Castelmeteo. Un sito dedicato a Castelvetro di Modena, meteorologia, arte, gallerie di foto antiche, moderne e la storia dell'antica fornace. A cura di Vinicio Cavallini
SENA’ e MARAFAT
L’attuale via Cimitero veniva chiamata “Mount Baranzoun” (Monte Baranzone) ed in cima (prima di entrare nel territorio Levizzanese) sorge un piccolo borghetto che veniva e viene ancora chiamato
Cà di Ploun (Casa dei Pelloni) poiché sono nati e vissuti lì, la famiglia dei Pelloni.
Tutti infatti possono ricordare il grande socialista Armando Pelloni, coraggioso e stimato uomo politico durante la seconda guerra mondiale.
Ebbene, in quel borghetto, oltre alla famiglia Pelloni, vivevano altre persone e famiglie (si parla di una cinquantina di persone nel periodo del dopoguerra), ma tra tutti, quelli che vengono maggiormente ricordati come compagni di bevute e di risate, sono stati SENA’ e MARAFAT.
SENA’ : si chiamava Guidotti Augusto (1896 – 1968) ma da tutti veniva chiamato così, probabilmente derivante dal diminutivo di Senatore. Anche se senatore non era!!
Non si era mai sposato e viveva con una sorella (Luigia detta la Gigina) in condizioni di estrema miseria. L’unico vizio che aveva, forse per dimenticare la sua vita disagiata, era quello di bere ed effettivamente beveva tutte le sere.
MARAFAT: si chiamava Torraci Anacleto (1885 – 1969) conosciuto da tutti come Marafàt (anche se non so cosa voglia dire) sposato con Pelloni Maria detta La Potà (sorella di Armando Pelloni).
Non ebbero mai figli ed anche lui aveva il vizio di bere.
E così Senà e Marafat, uniti dal comune vizio, scendevano quotidianamente da Casa Pelloni per raggiungere le osterie del Castello (le più vicine per loro) e quindi placare la loro sete.
Tutti ricordano le loro bevute e cantate al circolo Enal, ritrovo anche di altri beoni locali!
Poi alla fine, riprendevano a fatica la via di casa e molte volte non riuscivano nell’intento tanto che, altri abitanti della Via Cimitero, li hanno visti più volte accasciati ed addormentati sul sentiero, addirittura, in inverno, stesi in mezzo alla neve.
Sicuramente, non sentivano il freddo visto il calore che avevano dentro!!
Smaltita la sbornia, il giorno seguente come se niente fosse, si presentavano sempre al lavoro.
Molte volte si univano a loro lungo la strada di casa altri abitanti dallo stesso vizio tra cui AL BASOUN (Venturi Ruttilio) e PIPATA’ (Marinelli Giuseppe) improvvisando insieme cori stonati di canzoni senza senso come “Cuccurucuccù tutte le sere così!!” oppure “ ..e quei vigliacchi di quei signori che ci hanno mandato a far la guerra, ed ora che hanno suo figlio sotto terra, viva la guerra, non gridan più’” il tutto tra una sbandata e l’altra.
Purtroppo il duetto Senà e Marafat, a causa della situazione economica e sociale, non avendo figli o discendenti che potessero avere cura di loro, si sciolse quando furono messi al ricovero ormai in avanzata età dove nel giro di un anno si spensero entrambi.
Come già detto in altri racconti, la mia missione è quella di ricordare appunto questi nostri compaesani “emarginati” evitando così che il loro nome cada per sempre nell’oblio.
Possa questo racconto, rendere un piacevole ricordo di Senà e Marafat e che si godano l’ennesimo bicchiere nella Casa del Signore.
(Massimo Grampassi)
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