LA VISIONE E' COMPLETA

(Giuliano Della Casa)

 

 

La visione è completa, dominata da una impalpabile cromìa che si accende sempre più restringendo, prima, ed allargando, dopo, le palpebre degli occhi.
Vanno i colori dagli azzurri turchesi, ai gialli cadmio, ai tocchi di rosso, blu cobalto, verde... e mentre l'occhio guarda comincia veramente a vedere e fa capire che la vita che si svolge davanti a noi può rivelare anche gioia !
Vanni registra tutto questo apparire con una grande voracità manuale, non dipinge con il pennello, ma con le mani, cioè con la mente, una vera frenesia quella del fare, del desiderio del fare: creare la dimensione pericolosa del suo 'io' istintivo. Un 'io' che percorre tutta la sua vita; fin dall'inizio, non si è mai tradito, anche apparentemente, nella dimensione estetica più banale. Questo è il mestiere del pittore, la conoscenza appartiene alla sua completa solitudine... si impara solo da se stessi...
E' chiaro che ha dei riferimenti colti che vanno dall'arte primitiva a quella paleocristiana per arrivare a noi ed ai primi maestri del Novecento, ma sono solo appunti mentali, questa pittura è concepita più per 'ispirare' che per 'definire'. Ed ancora si incontra la vera magia del pittore. L'arte è un balsamo, e la pittura viene 'et lui'. Dà felicità amare questa pittura!
 

p.s.Vanni (Ermanno) lo conosco da quando ero ragazzo.
Lo ricordo che stava dipingendo un bar (una parete se ricordo bene) in Largo Garibaldi, angolo con via Emilia. Il bar c'è ancora, ma non c'è più la pittura di Ermanno (peccato). Avevo una grande ammirazione ed invidia. Pen­nellava con maestria sulla parete, mi pare un lavoro astratto, ma non riuscivo a capire, ero ancora troppo giovane, non sapevo cos'era la pittura astratta. Poi con il passare del tempo rincorrevo la sua fama a Roma ed in città, e in questi momenti con una critica spietata, quella dei giovani che vogliono cambiare tutto nel mondo della pittura, che credono, giustamente, nelle avanguardie e di essere assolutamente dentro l'innovazione e di considerare questi maestri dei passatisti.
Ebbene con il tempo mi dovevo ricre­dere. L'arte ha dei tempi lunghi. Lo studio, la conoscenza, la perseveranza del fare, mi ha fatto ricredere e ripercorre­re il procedimento creativo, che appartiene a tutti noi, e che tutti noi dobbiamo assolutamente rispettare, per chi crede nella verità, nella verità personale del pittore.
Un assoluto rispetto. Bisogna guardare e meditare con attenzione e lentezza, non esistono cose ovvie nell'arte, anche il pittore più sfiatato ti può insegnare molto. Il fiato di Vanni va considerato come un vento tempestoso che annuncia, dopo il temporale, una dimensione di assoluta bellezza, come la natura luminosa che splende ai nostri occhi.

GIULIANO DELLA CASA
Modena, 31 marzo 2008