Castelmeteo. Un sito dedicato a Castelvetro di Modena,  meteorologia, arte, gallerie di foto antiche, moderne e la storia dell'antica fornace. A cura di Vinicio Cavallini


 

 

PELGREIN TITULOT

 

Come dicevo, Pelgrein è stato protagonista di altri episodi singolari ed esilaranti.
I quattordicenni / quindicenni fine anni 30, lo usavano come “divertimento” personale; un vero e proprio clown.
Quando il livello dell’alcol nelle vene era pieno, e ogni paura o inibizione, di conseguenza, scompariva, saliva con loro (o meglio, lo caricavano di forza) su un “birroccio” (baroz) e si lasciavano andare giù per la guardiola, attraversando la “croce”, e scendendo ancora verso l’attuale Via XX Settembre, fino al Guerro (dove c’è ora la passerella pedonale), per gettarsi, a tutta velocità, (visto la spinta che prendevano) in un gorgo sottostante.
E’ chiaro che lungo la discesa rideva come un pazzo ma quando alla fine si trovava praticamente scaraventato in acqua, gridava: “ O Dio a m’afogh !!” (Mi affogo). Ma c’era un metro e mezzo d’acqua!!
Sempre negli anni 30, in pieno regime, in Castello si verificò una vera e propria guerriglia. Bande di “camicie nere” provenienti da altri paesi ma appoggiati da ruffiani locali, si aggiravano armati di manganello per le vie del Castello alla ricerca dei disubbidienti o dei vecchi socialisti (tra i quali mio bisnonno Carlo) e si verificarono delle vere e proprie colluttazioni con grida, offese, intervento dei carabinieri per alcuni arresti, etc.
In mezzo a tutto quel trambusto, la gente nelle strade videro, su un piccolo balconcino al terzo piano, in quella casa che ora è della Nazzarena (tra i Sovieni e La Locanda del Feudo), Pelgrein, probabilmente ubriaco fradicio, che “nudo nato” stava friggendo del gnocco fritto in un “bucalino”!! e cantando, invitava tutti (fascisti e non) a salire da lui per mangiare.
Nel frattempo un suo dirimpettaio, anche lui amante del buon vino, Lancellotti Giuseppe detto AL BIOND a quella scena, prese a colpirlo ripetutamente con un “Cavàster” (penso che in italiano si chiami “Capestro” e dovrebbe essere una corda annodata che serviva per legare i cavalli o le mucche) e Pelgrein se le prese tutte!!
Quella scena fu un singolare momento di ilarità della gente popolare, tra i pianti e le lacrime di quelle mamme o mogli che avevano visto picchiare selvaggiamente i propri figli o mariti.
La situazione si ristabilì grazie all’intervento dei fratelli Vincenzi (Francesco, detto CIOCAPIAT e Tonino detto AL SERT) che armati di soli buoni muscoli, fecero smarrire quelle truppe di picchiatori.

 

(Massimo Grampassi)


 


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