Castelmeteo. Un sito dedicato a Castelvetro di Modena,  meteorologia, arte, gallerie di foto antiche, moderne e la storia dell'antica fornace. A cura di Vinicio Cavallini


I PERSONAGGI
Sono tanti i personaggi dell'Argentiera: forse ognuno di noi lo era dal momento che tutti conoscevamo tutti, ma naturalmente alcuni erano più personaggi di altri (parafrasando Orwell), vuoi per le loro caratteristiche fisiche, vuoi per il loro carattere, per la simpatia, per l'antipatia,ma anche e soprattutto per la posizione che avevano nella scala gerarchica.

Il Direttore era sicuramente sempre un personaggio dal momento che era praticamente il "padrone" di tutto, perciò spesso si parlava di lui, nel bene e nel male.

Il più famoso credo sia rimasto l'ingegner Zera perché era stato quello che aveva voluto fare la squadra di calcio ed anche perché forse quel periodo era stato il più florido della Miniera sia dal punto di vista della produzione sia dal punto di vista delle attività parallele che venivano sviluppate. In quel periodo infatti oltre al calcio si sviluppò il pugilato e si realizzò anche una rivista musicale che veniva rappresentata al cinema e nella quale partecipavano tante persone: l'organizzatore credo fosse il medico dottor Serra che era anche quello che suonava il pianoforte, Babbo era il presentatore. Tra i personaggi c'erano anche zio Gigi, e Zietta .Questa rivista risultò molto ben fatta tanto che avendola vista qualche personaggio di Sassari si decise di rappresentarla probabilmente al teatro Verdi. Poi però non se ne fece nulla, non so bene perché. Per la verità l'ingegner Zera era rimasto famoso anche perché una volta che ci fu in piazza un comizio politico tenuto dal parroco(negli anni del dopoguerra i comizi in piazza, un po' in tutta Italia, venivano tenuti anche dai preti che naturalmente cercavano di contrastare quelli tenuti dai comunisti), il quale prese ad inveire anche contro il Direttore e contro la moglie, colpevole, a suo dire, di poca serietà. Sembra che l'ingegner Zera stesse per estrarre la pistola dalla tasca per sparargli ma per fortuna qualcuno lo fermò. Dopo poco tempo però quel prete fu trasferito ad altra parrocchia.

Io non ricordo molto dell'ingegner Zera e tutto ciò che so mi é stato raccontato da babbo, anche se qualche episodio é rimasto nella mia mente, come i successi della squadra di calcio o quella volta che il pullman della squadra, di rientro da una trasferta nel Nuorese, venne bloccato, lungo la strada, dai banditi che rapinarono tutti i giocatori e gli accompagnatori compreso l'ingegner Zera che arrivò all'Argentiera in mutande!

Dopo l'ingegner Zera arrivò l'ingegner Boschetti. Persona molto scorbutica ed introversa almeno secondo i miei ricordi. Tutti lo temevano un po' proprio per il carattere, ma credo che anche lui in fondo non fosse una cattiva persona. Aveva due figli: Gianni e Claudia che diventarono amici nostri e stavano sempre con tutti noi. Non ho ricordi particolari della signora Boschetti ma credo che anche con lei Mamma avesse una buona relazione.

Successivamente arrivò l'ingegner Balbusso. Persona squisita: sia lui che la moglie erano alti due metri. Avevano una figlia Barbara anche lei altissima e molto carina. Anche con Barbara si instaurò una bella amicizia.

Dopo arrivò l'ingegner Mouraillon, credo belga: aveva una moglie minuta ma carina, che diventò molto amica di Mamma e che sapeva parlare pochissimo l'italiano per cui tante volte diceva degli strafalcioni incredibili.

L'ultimo direttore fu l'ingegner Meloni che ebbe la sfortuna di essere stato mandato per chiudere la miniera. Era una persona molto in gamba, cordiale e simpatica. Spesso capitava che giocasse a biliardo anche con me al circolo e fu quello che mi diede il mio primo lavoro dopo diplomato. Non sopportava il fatto che la miniera chiudesse perché si rendeva conto che così molte persone sarebbero rimaste senza lavoro e fece di tutto per impedirlo ma poi gli ordini superiori furono perentori e non ci fu niente da fare.

L'altro personaggio credo più famoso o tra i più famosi fu il dottor Serra: io lo conobbi da sempre, perché da quando nacqui a quando la miniera chiuse Lui era sempre lì. Era abbastanza alto, magro e secco come un chiodo, severo almeno in apparenza ma poi invece molto buono e comprensivo.

Lui sicuramente era conosciuto da tutti, dal momento che prima o dopo tutti avevano necessità del medico. Oltre a fare l'ambulatorio per un paio d'ore al giorno, tutti i giorni, faceva il giro degli ammalati che dovevano restare a letto, nei casi più gravi anche due volte al giorno. Era molto simpatico: la sera al circolo giocava anche lui a biliardo o a carte o commentava con gli altri impiegati gli avvenimenti locali o nazionali sempre con molta arguzia ed umorismo. Amava e suonava la musica classica, cosicché quando il rock incominciò a spargersi e alla televisione si cominciarono a vedere cantanti come Elvis Presley o Celentano lui si strappava i capelli scandalizzato da quell'orrore che doveva vedere, anche perché le canzonette erano qualcosa di poco serio almeno per lui.

Aveva una automobile 1100 FIAT, che usava anche per fare il giro degli ammalati e che teneva sempre lucida come uno specchio; spesso lo si vedeva che la lucidava anche con un piumino prima di riporla in garage. Era sposato ed aveva una figlia, Gisella, che era mia compagna di scuola alle elementari. La signora Serra talvolta veniva a far visita a Mamma ma in generale né lei né la figlia si vedevano molto in giro.

Non si può non citare Mario Pala, l'infermiere di cui ho già parlato, che al pari di dottor Serra era conosciuto da tutti e che quindi era diventato un personaggio.

Altro personaggio in vista era il sig. Ottelli in quanto responsabile dei sevizi esterni, ossia di tutti i lavori che venivano effettuati in superficie. A Lui bisognava rivolgersi ad esempio quando si chiedeva di modificare una casa, di riparare una strada ecc.. Nelle due case nelle quali abbiamo abitato si erano rese necessarie delle modifiche, alcune delle quali impossibili a prima vista, sempre inventate da Mamma, e quindi si aveva a che fare con Lui. Eravamo in ottimi rapporti con la famiglia Ottelli, vuoi perché le idee politiche di Babbo coincidevano con quelle di sig. Ottelli, sia per la nostra amicizia con i figli.

Sig. Seno era il tecnico più importante per i lavori interni e in diverse occasioni assunse anche il ruolo di vice direttore. Persona molto seria e molto pacata almeno per come lo vedevo io. Aveva una bella famiglia con cinque figli: Renata, Riccarda, Carla, Marco e Mimmina. Avevano più o meno la nostra stessa età e perciò eravamo molto amici. Il sig. Seno fu anche il tecnico che rimase all'Argentiera fino alla fine e ne curò, come responsabile, la chiusura.

Di Don Meloni ho parlato abbondantemente e sul fatto che lui fosse veramente un personaggio non ci sono dubbi dal momento che gli aneddoti che si raccontavano su di lui erano moltissimi e tutti riferiti alla sua stravaganza. Già appena arrivò ( la seconda volta ) si fece subito notare perché mandò via tutte le "pie donne" che con padre Benvenuto erano sempre in chiesa in mezzo ai piedi con la scusa di pulire la chiesa e la sagrestia e di rendere i loro servigi al parroco: Lui non voleva lecchine e pettegole intorno a sé.

Una volta durante un funerale, nella salita di Calaonano, Lui era in testa al corteo funebre verso il cimitero e dietro il feretro e poi tutta la gente che lo seguiva comprese tante donne che intonavano canti liturgici. Evidentemente però la loro intonazione non doveva essere delle migliori poiché Don Meloni disse loro di cercare di cantar meglio o di non cantare affatto, altrimenti se ne sarebbe andato. Quelle però continuarono e dopo l'ennesimo avvertimento che non diede risultati prese il chierichetto che portava la croce e se ne tornò in chiesa lasciando il corteo che proseguì fino al cimitero senza di lui.

Malgrado queste sue stramberie però era benvoluto da tutti per la sua schiettezza e per la sua trasparenza.

Il brigadiere Sella (poi maresciallo) rappresentava l'autorità dello Stato e quindi era una persona importante. Già da quando arrivò incominciò a diventare un personaggio perché era un gran bel tipo: una bellezza diciamo alla Paul Newman che perciò non passò inosservato almeno per tutte le signorine in cerca di marito. Era poi molto simpatico oltre che estremamente intelligente. Era veneto e credo fosse stato mandato in Sardegna per punizione perché doveva essere un po' irrequieto, allora usava molto, e lo si sentiva spesso anche in tanti film, inviare in Sardegna, per punizione, i funzionari statali che non si comportavano bene. Di questa eventuale irrequietezza peraltro noi non vedemmo traccia perché fu sempre un signore nel vero senso della parola. D'altra parte dopo poco che era all'Argentiera si sposò con una sua conterranea che sicuramente contribuì a calmare il suo carattere. Mi ricordo che nelle notti d'estate uscivamo per prendere il fresco e passeggiavamo sulla strada verso il cinema e La Plata e spesso incontravamo i due sposini che pure passeggiavano stretti stretti. Diventarono molto amici della nostra famiglia e tale amicizia dura fino ad oggi. Ebbero un figlio che nacque nel paese d'origine della signora, Stefano, che circolò a casa moltissimo anche da piccolo perché la signora Sella lo lasciava da Mamma quando doveva andare ad insegnare negli stazzi della Nurra, accompagnata dal marito in vespa, dal momento che era un'insegnante elementare. Questa amicizia ci fruttò anche tante mangiate di aragoste perché per almeno un paio d'anni la signora Sella temeva le aragoste come fossero dei ragni e perciò quando al Maresciallo venivano regalate dai pescatori, le portava a casa perché Lei non le voleva nemmeno vedere.

Personaggio vero lo diventò però quando ci fu il delitto della bambina perché risolse brillantemente il "giallo" e perciò pubblicarono sul giornale alcune sue fotografie.

Altri due personaggi furono sig. Col e sig. Desole. Entrambi lavoravano negli uffici amministrativi della Direzione. Se non ricordo male sig. Desole era il cassiere. Sig. Col abitava a bella vista mentre sig. Desole abitava vicino alla piazza quasi di fronte all'infermeria nella casa che avremmo occupato noi quando egli fu licenziato e dovette andar via dall'Argentiera.

Entrambi erano molto simpatici, spesso parlavano in sassarese e raccontavano tante storie che penso fossero inventate quasi tutte. Sig. Col era specializzato nel raccontare barzellette. Un fatto che mi ricordo, perché lo raccontava sempre babbo, vedeva protagonisti tutti e due e avvenne durante la guerra. Un giorno sig. Desole andò in ufficio disperato perché uno dei figli aveva perso una scarpa ( in quei tempi una cosa del genere era abbastanza grave dal momento che con un unico paio di scarpe si doveva campare tutta la vita) e perciò chiedeva a tutti se per caso avessero trovato una scarpa dando una descrizione della stessa. Naturalmente lo venne a sapere anche sig. Col che per fargli uno scherzo incominciò a spargere la voce che Lui aveva trovato una scarpa, anche se non era vero. La voce passò di persona in persona finché arrivò alle orecchie di sig. Desole che immediatamente si recò dal sig. Col. Egli per un po' non si fece trovare ma poi alla fine sig. Desole lo inchiodò e gli chiese di descrivergli la scarpa: la descrizione corrispondeva perfettamente e perciò sig. Desole finalmente sollevato gli chiese di dargli la scarpa ma sig. Col rispose che lui non aveva la scarpa perché la aveva trovata in mare diversi giorni prima e poiché non era una scarpa che gli apparteneva la aveva ributtata in mare! Credo ci sia mancato poco che sig. Desole lo picchiasse!

Sig. Desole aveva diversi figli ma quelle che io ho conosciuto e che ricordo erano Assuntina e Nella. Assuntina era molto amica di babbo e mamma e quindi spesso veniva a casa ma quando c'era Lei bisognava fuggire perché parlava in continuazione e con una velocità incredibile.

Sig. Col aveva tre figli: Fufolina, Marta e Ninni. Erano tutti amici nostri dal momento che Ninni aveva la mia età, Marta credo avesse l'età di Nietta mentre Fufolina era un po' più grande. Naturalmente stavamo sempre assieme al mare o al circolo o a passeggio.

A Bella Vista abitava anche la famiglia di sig. Peru con la quale avevamo una bella amicizia rafforzata anche dal fatto che la signora Peru aveva cresimato Nietta. Avevano due figli, Antonello e Gianbruno che erano più o meno dell'età mia e di Claudio e quindi molto amici. Sig. Peru era anche lui molto simpatico e molto colto. Sassarese in ciabi, come suol dirsi, perché era figlio del proprietario di uno dei bar storici di Sassari, il bar Peru appunto, situato al corso.

Altro personaggio mitico era il sig. Mannu: una moglie prorompente per la stazza che aveva e per la chiacchera continua e prorompente appunto, una sfilza di figli credo sette, mari che li rai, che avrebbero fatto disperare anche dei santi ma che i loro genitori sopportavano con tranquillità e penso con incoscienza. Sig. Mannu andava sempre a pescare con una barchetta che era poco più che un guscio di noce, un po' per passione ma molto per portare a casa un po' di cibo extra dal momento che per sfamare la famiglia spendeva tutti i soldi dello stipendio. La barca era naturalmente a remi e perciò reclutava qualcuno di noi perché aveva sempre bisogno di qualcuno che remasse. Ricordo di una volta che ci allontanammo abbastanza dalla costa, dalla parte di punta Argentiera, quando ad un certo punto il mare girò improvvisamente e dovemmo fare un rientro veloce alla spiaggia che per fortuna raggiungemmo in tempo prima che le onde rovesciassero quella bagnarola. Prendemmo però un bello spavento! La figlia più grande, Maria Carmela, aveva la mia età e anche con lei eravamo molto amici.

La signora Martellini era l'ufficiale postale e quindi anch'Essa personaggio importante. Non credo fosse sposata, ma spesso ospitava delle sorelle e dei nipoti che venivano da PortoTorres, paese di cui era originaria, che erano più grandi di noie quindi non facevano parte della nostra compagnia ma che mi ricordo molto bene: Giovanna Martellini e Ubaldo e Marisa Madarese che credo fossero parenti anche dei Madarese che stavano in miniera.

Sig. Massetti era il calzolaio dell'Argentiera e per questo motivo era conosciuto da tutti, ma il personaggio mitico della famiglia Massetti era uno dei figli, Angelino: personaggio libero, ribelle e veramente a conto suo. Grande pescatore subacqueo, insegnò a tutti i ragazzi a fare pesca subacquea, conosceva i posti giusti per andare a pescare, era esperto di tutti i fucili subacquei, anche se allora non erano tanti, e quindi riscuoteva l'ammirazione di tutti i giovani.

Altro mito era Franco Tinti perché fu da sempre l'autista del pullman che faceva il collegamento per Sassari. Era conosciuto da tutti e ben voluto da tutti perché era buonissimo. Lo testimoniano i cento e più figliocci di battesimo o cresima che aveva in tutta la Nurra, tra i quali Claudio che era figlioccio di cresima. Sapeva tutto di tutti perché nel pullman sentiva i discorsi che la gente faceva. Era però persona discreta perché non mi risulta che spettegolasse poi sulle cose che aveva sentito.

Piero Tanda era l'autista e il meccanico del Direttore e, per questo, personaggio di spicco non fosse altro che per la vicinanza al "padrone".

La famiglia Madarese era pure una delle famiglie più conosciute in quanto il sig. Madarese era stato inizialmente il proprietario o il gestore (non ricordo bene) del pullman per il collegamento con Sassari e poi il proprietario dei camion che trasferivano il minerale dalla miniera al porto di Portotorres e che effettuavano i trasporti interni alla miniera. Marisa, Antonio e Gianfranco erano i figli con i quali naturalmente eravamo amici. Abitavano anch'essi a Bella Vista nello stesso caseggiato dove abitavano i sigg. Col e Peru.

Uno dei personaggi più curiosi fu il sig. Carcangiu. Era un perito minerario proveniente dal Cagliaritano di una pignoleria che rasentava o forse era veramente una psicosi. Gli aneddotti che si raccontavano su questa sua caratteristica erano innumerevoli. Era scapolo e perciò viveva all'albergo scapoli degli impiegati. La sua stanza era ordinata in maniera maniacale così come la sua roba riposta negli armadi e nei cassetti; sembra che in essi ci fosse sempre attaccato un foglietto con l'elenco dei capi contenuti. Dicevano che la notte, quando andava a letto, mano a mano che si spogliava elencava su un foglio i capi che si toglieva e l'indomani mattina quando si rivestiva spuntava l'elenco mano a mano che si rivestiva! Naturalmente la stessa pignoleria la metteva anche nel lavoro per cui era molto apprezzato: i disegni delle gallerie erano precisissimi e con molti particolari che li rendevano preziosi.

Altri personaggi erano il sig. Villaminar, il sig. Zanoni, il sig. Nascimbene, le signorine Noce che essendo le maestre elementari erano conosciute veramente da tutti, i sigg Ceraulo (di su e di giù). Le famiglie del sig. Uldank e del sig. Zuddas erano molto conosciute perché entrambe erano composte da una decina di figli. Leonino Tosi aveva pure una famiglia numerosa: lavorava in Laveria ma aveva anche l'unico bar privato esistente all'Argentiera.

Anche sig Zannin era un personaggio: veneto, bassottino, sorvegliante di miniera (o di laveria?), quando vedeva noi ragazzi passeggiare in piazza la sua frase ricorrente era: "le nuove leve", mentre quando guardavamo la televisione al circolo ed appariva qualche bella soubrette tipo Abbie Lane Lui esclamava:"che lavoro ragazzi!"

Salvatore Muroni era stato assunto da ragazzino negli uffici e all'inizio lavorava praticamente come fattorino; veniva spesso a casa dal momento che si trovava molto bene con babbo. Era molto affezionato a noi. Ricordo la sua storia d'amore con Mariella che però lo faceva impazzire, un po' prendendolo e un po' lasciandolo, e allora Lui veniva da noi a lamentarsi e a farsi consigliare da Babbo e Mamma. Quando morì il padre Babbo non poté andare al funerale e allora dovetti andare io per rappresentare la famiglia e quella fu la prima volta che vidi una persona morta: non mi impressionò particolarmente.

Erano poi abbastanza famosi anche quelli che si distinguevano nelle discipline sportive: oltre ai giocatori della squadra di calcio c'erano quelli che erano più bravi nel nuoto dei quali il migliore era senza alcun dubbio Michele Demontis, mentre nei tuffi il migliore era Tonio Zuddas e poi Salvatore Ghisu che vinceva sempre la gara di ciclismo inserita nella festa di S. Barbara e il figlio di Lombardi che vinceva sempre la gara a chi mangiava più anguria con le mani legate dietro la schiena.

Franco e Liliana Ravotti erano famosi perché avevano una bellissima voce e spesso cantavano in qualche manifestazione come ad esempio accadeva nella festa di S. Barbara quando in una o due serate si esibiva un'orchestrina con la quale appunto i due si esibivano. Il loro padre, quando Essi erano abbastanza grandi, morì in un incidente sul lavoro, cadendo da una piattaforma posta all'altezza di una decina di metri, in laveria, praticamente di fronte a casa nostra.



 

Castelmeteo. Un sito dedicato a Castelvetro di Modena,  meteorologia, arte, gallerie di foto antiche, moderne e la storia dell'antica fornace. A cura di Vinicio Cavallini


 

  Questo sito è sponsorizzato da:

 

    

 

    Vinicio Cavallini Informatica

    Installazioni e assistenza Tecnica

     Via Marconi, 26 – 41014 CASTELVETRO (MO)

     P.I. 02516810369 - Albo: 112137

     Tel. 349/500.76.83